Oggi il corriere.it nella pagina di Milano raccontava questa vicenda
Trova la sua Cinquecento senza ruote, un furto che ricorda il Dopoguerra
…Quando lunedì mattina è sceso in strada per salire sulla sua Fiat 595 ed andare al lavoro, ad un medico di Milano è sembrato essere tornato indietro agli anni del dopoguerra, quando la miseria spingeva i ladruncoli ad arrangiarsi rubando le ruote alle automobili. Via Salaino, angolo via Solari, zona semicentrale di Milano, il medico ha trovato la sua automobile in bilico su un cric e su un copertone dove l’avevano messa i «soliti ignoti»….
Me lo sono immaginato: è una mattina come tante, un rapido saluto a mia mamma, qualche raccomandazione o imprecazione al resto della famiglia e diretto a lavoro.
Fermi tutti!
Il piano del giorno va rivisto perché il caro dottore questa mattina è diventato uno dei concorrenti della “Corsa più passa del Mondo”, quel meraviglioso cartone degli anni ’70 che vedevo quando ero piccola. Anche in questa puntata il malvagio si è inventato qualche stratagemma per mettere fuori gioco con uno dei suoi ignobili trucchi uno degli altri concorrenti.
Ci sarà riuscito? Non credo proprio.
Mio padre non si è demoralizzato e con il fuoco negli occhi, dopo aver raccontato con pathos ad amici e parenti questa vicenda ha archiviato quell’ orribile giornata e questo pomeriggio al telefono rideva con me sia dell’accaduto che di questo surreale articolo di cui è protagonista.
Lui è un uomo che senza rancore e tragedie sa come lasciarsi alle spalle tutte le cose sbagliate che accadono. Sono soltanto cose. E sono accadute. Davanti a noi c’è sempre una soluzione, un rimedio. Quattro ruote sono quattro ruote. Quattro ruote hanno ovviamente grande valore perché senza di esse, apparentemente, non si può andare da nessuna parte. In realtà si puo’ andare avanti in altri mille modi anche semplicemente camminando o andando di corsa.
Questa buffa ed antipatica vicenda che si immerge in un clima Natalizio fatto di lucine e di buoni propositi mi riporta allo stato di disperazione che prolifera attorno a noi: aspetto che lo sgaurdo freddo di questa città nasconde bene.
Faccio un passo indietro nel tempo e penso a Ladri di Biciclette, uno dei capolavori di Vittorio De Sica. Ripenso alla prima volta in cui all’università Gianni Canova durante una lezione di cinema ci presentò questo film e mi fece entrare con il cuore dentro una storia così lontana da noi. Un padre, un figlio e la sua bicicletta: un mezzo indispensabile per il suo lavoro che però verrà subito rubata. L’amore che avvolgeva quei personaggi così tristi e combattivi divennè per me pietà. Ero felice per essere una figlia dei nostri tempi.
Ripenso oggi all’amore di quel padre e alla sua tenacia a ritrovare quello che gli apparteva. Ripenso alla determinazione di suo figlio nel sostenerlo verso la riconquista, anche se essa non avviene.
E’ bello che un figlio sia al fianco del padre e non solo che sia il contrario.
E’ importante dispiacersi ma lo è ancora di più andare avanti.
Le piccole sfighe uniscono sempre in famiglia!
Ok ben vengano tutte le riflessioni del caso ma la prossima volta volendo ci vediamo un dvd?
Racconto tratto da una storia vera
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