Non se si vi capita mai di andare veloce. Ma che dico veloce…Velocissimo. Parlo di quelle giornate con il pilota automatico dove azioni e reazioni si incastrano perfettamente. Dove tante vite si intrecciano, si sovrappongono e si alimentano seguendo uno strano flusso. Vi alzate la mattina ed è già sera. Il tutto è stato vissuto in maniera caotica. In teoria c’eravate sempre per tutti. In pratica…
Questa settimana, anzi questo mese è stato un susseguirsi costante di quelle giornate. Ho vissuto tante vite. Ma non erano mie ovviamente. Erano vite altrui che per via di questo folle lavoro che faccio ( mutevole e multitasking , che qualcuno chiama Producer, qualcun’ altro Coordinator) hanno preso parte a questo spettacolo.
Per fortuna la giornate cannibali finiscono. I periodi intensi hanno dei limiti (fisici e mentali) e tutto tendenzialmente ad un tratto ciclicamente si rimette in discussione.
Alla tenera età di 35 anni suonati e tanti lavori sempre folli alle spalle, dichiaro ufficialmente che per fortuna ad oggi ci sono loro. Perchè ad un tratto mollo tutto e vado. Punto. Le mie piccole mi aspettano…E quindi ho altro a cui pensare. Magari è già ora di cena…Ma è comunque ora.
Qualche giorno fa chiacchieravo con una mia collega senza figli che mi chiedeva come sia possibile dividersi tra tutto, ma soprattutto come si fa dopo una giornata terribile, a staccare la spina dal computer e buttarsi di corsa nel mood famiglia.
E’ una cosa naturale a dire il vero. Meno naturale è forse è il contrario. O meglio: nell’ambiente lavorativo forse per rispetto, per tatto, per timore si tende a soffocare la la grandiosità dell’avere figli (o di aspettarli addirittura) e sotto certi versi ci sembra sempre di parlare una lingua che altri non capiscono o accettato. Si parla tanto di parita. Ed è giusto…Ma mi verrebbe da dire: e se sdoganassimo anche questa?
Ovvio che in sala riunioni non vi racconterò di certo storie di asili e di dentini, ne partirò con pipponi sulla vita da mamma di gemelli, ma se chiedete risponderò con sincerità e senza censure.
Ora pensatela come vi pare, ma noi mamme nel momento in cui diventiamo consapevoli della nostra forza, delle nostre debolezze e dei nostri traguardi siamo una bomba. E non lo dico solo per me, ma per tutte quelle amiche che conosco che come me hanno nascosto, sacrificato e rinunciato sul lavoro ad essere veramente se stesse. Questa cosa matura da sola e se voi gli lasciate spazio per esprimersi (indipendentemente da quale sia il nome del vostro lavoro) sarà davvero una grande cosa!
Perchè scrivo questo post?
Perchè sto andando veloce, velocissimo, in questo periodo, ma corro con una nuova consapevolezza addosso e non mi ferma più nessuno.
Detto questo, febbraio lo stiamo per salutare e confido di cuore in un marzo molto più salutare… Figlie, lavoro e blog incluso.
Coraggio per chi corre con me!
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