Avete mai provato a fotografare la vostra casa da vicino? Un esercizio per guardarsi dentro e capire cosa amiamo e a quali oggetti siamo più legati. Vi racconto la mia esperienza…
Gli interni sono davvero difficili da fotografare. L’anno scorso mi era capitato di scattare delle foto “dall’aria esaustiva” che mostrassero casa nostra. Era per una produzione che cercava una location per dei video. La protagonista dei video in questione ero io, nelle vesti di mamma sgamata che spartiva dritte e consigli alla luce della mia esperienza.
Per rendere le cose più semplici, ed abbassare il tasso di ansia che vivevo in quelle settimane all’idea che una troupe mi riprendesse (con tanto di cliente ed agenzia invitati all’evento), pensai che proporre casa mia poteva essere una buona idea. Mi sarei per l’appunto “sentita a casa” e di certo anche per le piccole che la regista voleva filmare in alcuni momenti, sarebbe stato decisamente più semplice. Ho aspettato la luce giusta e fatto delle foto che lasciassero trapelare non solo due divani ed un tavolo ma un’anima che iniziava a prendere possesso di quella casa che con affanno 3 anni primi avevamo cercato ed in meno di 2 mesi occupato in questa nostra nuova evoluzione e forma.
Senza rendercene conto, la nostra anima che sapeva di improvvisate scelte estetiche (sempre molto economiche e desiderose di uscire dall’omologazione) si era impossessata degli spazi e dei suoi muri. A caso avevamo dato vita ad una casa in cui eravamo arrivati di fretta e alla quale non avevamo mai avuto tempo di pensare. E così lei fu scelta come location per quel video, vincendo una piccola competition con altre case che Milano proponeva e che sapevano di design e perfezione.
Sul set effettivamente eravamo tanti e lei si è rivelata decisamente troppo piccola per ospitare tutta quella tecnica umana e di scena. Un comodo loft dall’aria fighetta sarebbe stato meglio, ma devo dire che ha comunque retto il colpo ed in video è venuta proprio bene. Da allora casualmente ho iniziato a vedere questa casa con occhi diversi. Mi sono allontanata per un attimo da quello che mancava ed ho iniziato ad apprezzare quello che già c’era e che mi appariva davanti agli occhi adesso chiaramente.
Come vi dicevo, l’abbiamo scelta che io ero “molto incinta”. La mia pancia cresceva alla velocità della luce e l’estate avanzava. Alla 5° casa vista e voglia di definire, ci siamo detti che sarebbe stata lei ad ospitarci da li a breve. Siamo arrivati così con i nostri pochi mobili confusionari che popolavano il nostro primo bilocale d’amore. Dopo un mese è arrivata la cucina e poi con estrema calma nel giro di 3 anni, si sono insediati nuovi mobili, un grande letto oversize, locandine e piccoli oggetti.
Per un po’ abbiamo deciso di vivere nell’essenziale e basta. In cantina i ninnoli ed i libri. C’era già troppo casino nella nostra vita che c’era bisogno di minimalismo per pareggiare le cose. Se hai poche cose in giro, pulisci la casa in un attimo. Puoi spostare i mobili come ti pare e fantasticare. A volte c’è bisogno di resettare gli spazi e vedere un comodino sgombro. Questo non vuol dire vuoto ma equilibrio.
Perchè questo post? Perchè qualche giorno fa, prima di partire e lasciare la mia casa di Milano ho sentito il bisogno di scattare qualche immagine da portare via con me. Avevo bisogno di imprimere qualche dettaglio della mia casa. E’ stato un bellissimo esercizio di stile. Sono finita a fotografare non lo spazio nella sua interezza (come feci ad esempio io per quella produzione) ma i dettagli e gli oggetti che più amo. Ed è stato altrettanto emozionante selezionare le foto, e metterle insieme come in una piccola mostra personale.
Vi invito a provare a giocare a questo gioco che vi farà vedere le vostre cose, e case uniche e speciali…Un modo in più per capire che non c’è alcun bisogno di vivere in una casa da catalogo (o Pinterest) come si suol dire.
Siamo i nostri oggetti. Siamo il nostro disordine. Siamo i piccoli dettagli che popolano le nostre case…E nel bene e nel male io dico che è bello vedersi riflessi in qualcosa che non siamo noi stessi. E conoscersi. Riconoscersi.
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